29May2015

Finto olio extravergine, indaga la Procura di Torino

A seguito dell’inchiesta de il Test 9 etichette declassate: esposti di Konsumer all’AGCM


Scoppia la bomba del finto olio extravergine. Dopo l’inchiesta pubblicata nell’ultimo numero de il Test (che trovate in edicola) ed i 9 esposti presentati da Konsumer all’AGCM, la Procura di Torino ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per frode in commercio. È questo il reato ipotizzato dal Procuratore Raffaele Guariniello (Coordinatore Gruppo Specializzato Sicurezza del Lavoro e Tutela del Consumatore) che ha avviato i campionamenti di rito a seguito della pubblicazione dei risultati delle analisi dell’Agenzia delle Dogane per il Test, i quali hanno portato al declassamento di 9 extravergini a semplici oli vergini. Nessun problema per la salute del consumatore ma per il suo portafogli sì: convinto di portare in tavola un extravergine, si può ritrovare ad aver speso un 30-40% in più per un olio che, alla prova organolettica, può appartenere alla categoria inferiore. Dalle anticipazioni dell’inchiesta de il Test, infatti, ben nove bottiglie sulle venti analizzate sono state declassate dal Comitato di assaggio a semplici “oli di oliva vergine”: «Li abbiamo fatto analizzare dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – spiega il Direttore del mensile Riccardo Quintili – perché è il più affidabile in Italia ed è in grado di sciogliere ogni dubbio».

E non ci sono dubbi che “Santa Sabina, Pietro Coricelli selezione, Cirio 100% Italiano, Carapelli il Frantolio, Prima Donna Lidl, De Cecco classico, Bertolli Gentile, Carrefour classico, Sasso classico abbiano riscontrato difetti nel panel test che ne ha decretato la “bocciatura”, declassandoli da extravergini alla categoria di “oli di oliva vergini” (i produttori mettono in dubbio i metodi seguiti da il Test e rivendicano, dopo aver replicato le analisi, la conformità dei loro oli, n.d.r.). Sono stati invece promossi Monini Gran Fruttato e Monini classico, Farchioni, Conad classico, Antica Badia Eurospin, Sagra classico, Costo d’oro Extra, San Giorgio, Carapelli oro verde italiano, Coop e Colavita 100% italiano.


Preso atto dell’esito delle analisi dell’Agenzia delle Dogane, Konsumer Italia ha deciso di presentare 9 esposti all’AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: «Uno per ogni singola etichetta di olio bocciata dal panel e risultata non rispondente ai criteri organolettici – dichiara il Presidente di Konsumer Fabrizio Premuti – Ci riserviamo azioni collettive nei confronti dei produttori». L’indagine nasce dalla volontà di «tutelare i consumatori verificando cosa finisce sui nostri scaffali – prosegue Quintili ? nell’annus horribilis che si è abbattuto sugli ulivi italiani e spagnoli: la campagna 2014/’15, segnata dalla mosca olearia e dal maltempo, ha visto la produzione dimezzarsi con evidenti ripercussioni anche sulla qualità dell’olio; un prodotto che continua ad avere il triste primato di frodi, alterazioni e sequestri. Nei negozi gli oli vergini non si trovano più e in automatico si considerano tutti extravergini, ma non è così: servono più controlli, regole rigide e un cambio di mentalità da parte dei consumatori che devono dubitare se il prezzo è troppo basso».


Sulla stessa linea il Presidente del Consorzio Produttori Olivicoli del Lazio, Erino Cipriani: «I controlli sono insufficienti, noi produttori ci scontriamo con prezzi del mercato agricolo talmente bassi che siamo messi fuori gioco. L’olio extravergine deve corrispondere a determinati requisiti organolettici, tra cui un’acidità inferiore o uguale allo 0,8% (0,8 grammi per ogni 100 grammi di prodotto) e la presenza di un alto numero di polifenoli: è facile, ad esempio, far rientrare sotto lo 0,8% un olio con bassi polifenoli». Facendo una media nazionale del costo di produzione di una bottiglia non si scende sotto i «5 euro al litro per un vero extravergine di qualità – riprende il Presidente – per cui al dettaglio costerà almeno 8 euro, per arrivare anche a 9/9,50 (a seconda della regione di provenienza e delle proprietà distintive)». Offerte a parte, se costa meno «è evidente che ci siano sofisticazioni e frodi: si spaccia per 100% italiano l’olio proveniente da Spagna, Grecia e addirittura Tunisia. Bisogna rendere obbligatori i controlli dell’assaggio al panel test per tutti gli oli affinché siano classificati come extravergini, ad oggi invece vengono eseguiti solo per gli oli DOP».


Konsumer Italia invita tutti i consumatori a controllare sempre le etichette al momento dell’acquisto delle bottiglie, diffidando dei prezzi troppo bassi e tenendo conto delle miscele di oli diversi. Konsumer continuerà a mantenere alta la guardia, considerando anche che “a livello mondiale mancano 600mila tonnellate di olio – scrive il Test – per cui sono facilmente immaginabili speculazioni sui prezzi, con conseguente rischio frodi e contraffazioni”.

Andrea Scandura
ufficio.stampa@konsumer.it

 

LEGGI ANCHE:

Scatta la legge contro il “rabbocco” di olio d’oliva: rischio di profitti illeciti;

AGROALIMENTARE, Non basta dire OLIO.