16Apr2015

Konsumer, è nata la Rivoluzione Etica

«Se vogliamo rilanciare il movimento consumerista, dobbiamo prenderci la responsabilità di fare indirizzo, scegliendo e premiando le aziende sane che eccellono. Dobbiamo stabilire alleanze strettissime con il mondo universitario, utilizzarle per il controllo sugli standard di qualità; creare sinergie è la risposta. Siamo consapevoli delle nostre debolezze, stiamo sul territorio, con la gente, con le imprese etiche. È necessario che il cittadino abbia consapevolezza che sono le sue scelte a realizzare un consumo critico; solo così andrà a crearsi un circuito che valorizzi alcuni e isoli gli altri»

Fabrizio Premuti – Presidente Konsumer Italia

Nelle brevi righe che seguono, vorrei portare all’attenzione di tutti che finalmente si è verificata quella che possiamo chiamare un’azione di discontinuità.  Sì, pare proprio che abbiamo rotto con il passato: a dircelo è stato il Presidente di Konsumer Italia, a cui vanno tutte le mie congratulazioni, non tanto per il rinnovo della carica che denota ampiamente il clima di fiducia che nutriamo in lui, ma per aver definito una volta per tutte la scissione tra prassi e ideologia.

Per carità non vorrei essere male interpretato, perché per discontinuità tra ideologia e prassi non intendo rispolverare le antiche diatribe democrazia/collettivismo/destrismo, bensì intendo la separazione tra quello che si è finora verificato con l’asservimento pieno delle Associazioni dei Consumatori a Partiti e Sindacati, in quanto loro diretta emanazione e quindi con un collegamento stretto sul piano ideologico, e ciò che invece è avvenuto in data 10 aprile.

In tale data, per la prima volta, è avvenuto un salto di paradigma inimmaginabile per il nostro Paese. Dove sembra che si sia tutti “allineati e coperti” dietro un “nome di Partito” o un “nome di Sindacato”, si è dato vita in maniera originale e primordiale alla prima Organizzazione indipendente che riunisce in Associazione tutti coloro che sentendosi semplicemente cittadini con i propri diritti, e, stanchi di vedere mediati i loro diritti dalle beghe di partito o dagli interessi sindacali, hanno deciso di muoversi in maniera diversa, in maniera indipendente, creando un nuovo statuto: quello di Konsumer Italia.

Questo non è un fenomeno sporadico, né tantomeno un fuoco di paglia, perché eravamo in tanti a dire che la democrazia passa per il rispetto dei diritti attraverso l’esercizio di quella che si chiama “sussidiarietà orizzontale”, che è stata ampiamente disillusa ed equivocata nella stesura del titolo V della Costituzione.

Ecco quindi che le parole del Presidente le ridanno forza e risuonano come un monito che, mi si permetta l’analogia, anche se qualcuno non ne capirebbe forse la portata, suona come quello dell’inizio della Costituzione degli Stati Uniti: “Ma quando nel corso degli eventi umani si rende necessario per un popolo…”, così è per questa nuova configurazione: «Se vogliamo rilanciare il movimento consumerista, dobbiamo prenderci la responsabilità di fare indirizzo, scegliendo e premiando le aziende sane che eccellono». Quindi la responsabilità dell’azione nei confronti del sistema socio-economico non può essere più lasciata al sistema Partito-Ente-Impresa-Sindacato, ma deve essere assunta in maniera precisa e manifesta dal cittadino che con le sue scelte di acquisto e consumo premia il sistema imprenditoriale che risponde ai canoni di integrità etica e sociale. In breve, il Cittadino-Consumatore.

Poiché il cittadino è solo di fronte al moloch di questo capitalismo di sottrazione in cui i pesci grossi mangiano, anzi divorano, in maniera “spregevole” interi settori produttivi e commerciali, generando uno scompenso di fiducia in cui ogni consumatore vessato si sente “solo sul cuor della terra ed è subito sera”, devono intervenire le Organizzazioni; le Associazioni di tutti coloro che possono incidere, sia dal lato della produzione che dal lato del consumo. Quelle delle imprese mettendo in luce gli elementi di eccellenza che le contraddistinguono; quelle dei consumatori non cadendo nella trappola del solo “prezzo più conveniente”, o per meglio intenderci del “prezzo cinese”.

Ecco perché “dobbiamo stabilire alleanze strettissime con il mondo universitario, utilizzarlo per il controllo sugli standard di qualità; creare sinergie è la risposta”. Abbiamo quindi tutti gli elementi per porci non più come controparte ideologica di un sistema di “favoritismi” più o meno malcelati, quanto più come partner esigenti del rispetto delle regole, e quindi il nostro compito è di creare sinergie… Perché forse non tutti sanno riconoscerlo, ma certamente lo è perfettamente chiaro per gli aderenti attuali e quelli che verranno in Konsumer, che “siamo consapevoli delle nostre debolezze, stiamo sul territorio, con la gente, con le imprese etiche”. Ecco il cambiamento. E noi possiamo vantarci di poterlo dire perché la sinergia ci ha permesso di individuare compagni di cammino come il Comitato di Promozione Etica Onlus che può dare le chiavi interpretative di ciò che significa impresa, ente, organizzazione o professionista etico.

I caratteri sono molto chiari. Si intende per etico ogni soggetto produttivo in termini economici che rispetta quattro principi di riferimento: 1) la competenza professionale accertata; 2) la conoscenza dei limiti etici della funzione svolta; 3) la trasparenza; 4) la censura sociale. Il rispetto degli elementi suddetti presiede alla creazione duratura di rapporti socio-economici in cui non c’è dolo, e quindi si verifica un naturale ripristino della fiducia perduta. Ecco perché credo che la maniera migliore per concludere questa mia riflessione sia l’affermazione chepossiamo prenderlo come programma per il futuro di Konsumer Italia e per ogni cittadino che voglia sentirsi innanzitutto rispettato nella sua dignità personale, e poi nella sua propensione al consumo. Nulla di più serio e coinvolgente dunque di questa conclusione che definisce ad un tempo la fine del vecchio sistema e la nascita di un futuro più umano. Ciascuno di noi quindi è invitato ad immedesimarsi nel fatto che “è necessario che il cittadino abbia consapevolezza che sono le sue scelte a realizzare un consumo critico; solo così andrà a crearsi un circuito che valorizzi alcuni e isoli gli altri».

Allora? Cominciamo a prenderci la responsabilità di schierarci nell’indipendenza per toglierci il collare che ci hanno messo, e diamo vita ad una nuova realtà dove chi rispetta se stesso e gli altri sia veramente premiato dal riconoscimento non solo economico ma soprattutto umano. Prepariamoci e partecipiamo dunque ad una vera riscossa del Cittadino Consumatore!

Prof. Romeo Ciminello

Presidente del Comitato di Promozione Etica Onlus