27Jan2015

Antonio Longo: “Le Associazioni devono federarsi, basta stupida concorrenza”

Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) è un’Associazione di Consumatori che, come Konsumer Italia, si occupa della difesa dei diritti dei cittadini. Negli ultimi tempi, MDC e Konsumer «sono un esempio di collaborazione a livello nazionale e sul territorio – ci dice Antonio Longo, Presidente MDC ? lavoriamo già insieme nelle assicurazioni, negli sportelli locali, nella sanità». Nell’intervista esclusiva che abbiamo realizzato, Antonio Longo parla del consumerismo a tutto campo. Dalla crisi in cui versa, «in Italia siamo troppi, spesso in stupida concorrenza, con dirigenti incollati alla poltrona da troppi anni, a volte con commistioni di interessi quantomeno discutibili»; ai modi per uscirne: «Le associazioni devono federarsi, integrandosi per specializzazioni e competenze, senza inutili duplicati che raddoppiano solo la debolezza (specificando che si tratterebbe di collaborazione e sinergia tra associazioni che restano nella loro soggettività ma si mettono insieme per risparmiare e potenziare). Lo stiamo già facendo ad esempio proprio noi di MDC con Konsumer». Il Presidente Longo non risparmia critiche nemmeno al sistema di rappresentatività delle Associazioni: «Bisognerebbe svincolare la presenza nel CNCU dalla partecipazione ai bandi delle risorse provenienti dall’Antitrust. Forse la spinta a stare o a restare nel CNCU calerebbe immediatamente. In tal modo si recupererebbe credibilità verso i mass media e verso i cittadini, così come verso le istituzioni». Nell’intervista abbiamo poi toccato i temi del sovraindebitamento, della conciliazione paritetica, del consumo etico e della contraffazione. E allora, andiamo a godercela tutta d’un fiato.

L’intervista ad Antonio Longo, Presidente MDC –  Movimento Difesa del Cittadino e Consigliere del Comitato Economico e Sociale Europeo

Un breve accenno su MDC

  • In quali settori è maggiormente specializzata l’Associazione?
  • Cos’è il Progetto “Consumatori 2.0”? È partito?

«MDC è nata nel 1987 dopo che Giorgio Ruffolo, economista e politico, lanciò l’idea di un “movimento per la difesa del cittadino contro la burocrazia”. La redazione del settimanale L’Espresso accettò la sfida e nella sede di via Po della rivista nacque MDC. Da allora MDC si è qualificata, oltre che per i problemi con la Pubblica Amministrazione, anche nella sicurezza alimentare, nelle nuove tecnologie informatiche, nella tutela dei minori, nelle utenze domestiche. Adesso siamo impegnati come capofila nel progetto “Consumatori 2.0? che vuole dare il massimo di enforcement ai consumatori utilizzando internet».

La necessità di avvicinare le Associazioni ai Consumatori ci porta a fare una riflessione più generale sullo stato del consumerismo in Italia.

  • Qual è oggi il ruolo del consumerismo in Italia?

«Stiamo attraversando un momento difficile, quando invece proprio a causa della crisi economica i cittadini, le famiglie e spesso le PMI ci chiedono di informarli sui loro diritti; difenderli contro i mille abusi del mercato, le clausole vessatorie, le bollette truffa, etc. Oggi più che mai dovremmo svolgere un ruolo di “difensori dei cittadini” ma abbiamo enormi problemi di risorse economiche e umane».

In una nostra precedente intervista, il Presidente di FCS – Fondazione Consumo Sostenibile, Paolo Landi, ha parlato di una crisi d’immagine che ha causato una grave crisi di credibilità dell’intero movimento consumeristico nei confronti dei cittadini, delle imprese e perfino dell’Unione Europea.

  • Lei è d’accordo con questa tesi? Se sì, come se ne esce?

«Landi ha ragione e torto insieme. Certamente c’è stato un calo di attenzione e di protagonismo del consumerismo organizzato. Ma questo è vero in Italia, dove siamo troppi, spesso in stupida concorrenza, con dirigenti incollati alla poltrona da troppi anni, a volte con commistioni di interessi quantomeno discutibili. Ma ha torto perché in altri Paesi non è così e anche in Italia la situazione è molto diversa da associazione ad associazione.

Se ne esce rinnovando il consumerismo, negli uomini e nelle idee. Semplificando forse anche il mondo del consumerismo organizzato, che oggi conta 19 associazioni nazionali e centinaia nelle regioni. Bisognerebbe specializzarci, senza fare tutti tutto, che poi significa male! (che è proprio la ricetta suggerita da Landi nella precedente intervista, n.d.r.). Bisognerebbe, ad esempio, svincolare la presenza nel CNCU dalla partecipazione ai bandi delle risorse provenienti dall’Antitrust. Forse la spinta a stare o a restare nel CNCU calerebbe immediatamente. In tal modo si recupererebbe credibilità verso i mass media e verso i cittadini, così come verso le istituzioni. Le associazioni devono federarsi, integrandosi per specializzazioni e competenze, senza inutili duplicati che raddoppiano solo la debolezza. Lo stiamo già facendo ad esempio proprio noi di MDC con Konsumer».

In questi lunghi  anni di crisi, si registra con dati sempre più allarmanti il fenomeno del sovraindebitamento.

«Noi siamo stati la prima associazione che a Pistoia ha ottenuto l’applicazione delle legge sul cosiddetto “fallimento familiare”, che permette la ristrutturazione e la riduzione del debito delle famiglie. Ci sarebbe tanto da fare per informare adeguatamente sui pericoli del sovraindebitamento, dei rischi dello strozzinaggio e dell’usura, delle opportunità offerte dalla nuova legge. Anche in questo caso è assurdo moltiplicare i punti informativi: basterebbe organizzarsi insieme tra varie associazioni».

Lo scorso 17 ottobre, MDC, ACU e Konsumer Italia hanno partecipato assieme all’incontro organizzato da IVASS e ANIA sulla necessità di rafforzare il funzionamento e l’efficacia dell’istituto della Conciliazione Paritetica, in particolare per i sinistri RC auto.

«Questa partecipazione è stata un bell’esempio di collaborazione e sinergia tra associazioni che restano nella loro soggettività ma si mettono insieme per risparmiare e potenziare. La conciliazione paritetica può avere una funzione importante considerando la crisi della giustizia civile e i costi anche della mediazione, che stenta a decollare. Associazioni e imprese devono mettersi insieme per pubblicizzarla al massimo».

Consumo etico e contraffazione

  • Le Associazioni possono rappresentare un “ponte” tra i cittadini e le imprese, affinché queste ultime si orientino verso un consumo etico, un’informazione trasparente, la valorizzazione delle eccellenze e la responsabilità sociale d’impresa? In che modo?
  • Come possono contribuire a combattere la piaga della contraffazione, in particolare nel settore alimentare e dell’abbigliamento?

 «Il discorso sulla contraffazione è complicato. Se una ragazza vuole una borsa di una griffe famosa nel mondo, si sente chiedere centinaia o migliaia di euro. Cosi pure per la musica on line, i giochi, etc. Allora la contraffazione va assolutamente evitata ma le aziende devono fare un politica di prezzi e di marketing più intelligente. Nella musica hanno cominciato a farla, negli altri campi ancora no. In particolare per l’alimentazione bisogna insistere nell’informazione ai cittadini che i prezzi troppo bassi sono segnali di prodotti scadenti se non nocivi. E cosi anche per l’abbigliamento, soprattutto quello destinati ai bambini, bisogna ricordare che ci sono coloranti, fibre, collanti di scarpe e borse,  materiali inadatti e a volte dannosi.

Le associazioni possono rappresentare un ponte tra cittadini e imprese, orientando queste ultime verso il consumo etico, la trasparenza dei prezzi, la qualità dei prodotti e dei servizi a costi accessibili».

  • Che rapporti ci sono tra MDC e Konsumer Italia? Quali sinergie possono nascere nel prossimo futuro?

«MDC e Konsumer, come ho già detto, sono un esempio di collaborazione a livello nazionale e sul territorio. Lavoriamo già insieme nelle assicurazioni, negli sportelli locali, nella sanità. Il terreno è immenso, dipende solo  da noi».

stand konsumer

 Andrea Scandura