03Dec2016

Crisi economica: stiamo meglio? No, ci siamo solo abituati

Di Alessandra Schofield
L’Osservatorio Ania sulla vulnerabilità economica delle famiglie italiane nasce nel 2009 con l’obiettivo di analizzare i profili di vulnerabilità delle famiglie italiane e la loro capacità di gestire i rischi.
Lo scorso 24 novembre il Forum Ania Consumatori ha presentato il terzo rapporto dell’Osservatorio – i precedenti sono stati pubblicati nel 2010 e nel 2013 – intitolato “La vulnerabilità economica delle famiglie italiane - Tra difficoltà e nuovi equilibri”. Il volume raccoglie i risultati di due distinti progetti di ricerca: “Vulnerabilità finanziaria delle famiglie italiane: analisi di trend” a cura dell’Università degli Studi di Milano e “La gestione al femminile del bilancio familiare”, realizzato dall’Istituto Eumetra Monterosa.
Per effettuare questo terzo monitoraggio è stato ascoltato un campione rappresentativo di 3.013 capofamiglia finanziari. Fondamentalmente i dati continuano a mostrare una grossa fatica ad arrivare a fine mese complessivamente per il 61,3% delle famiglie: il 40,1% ce la fa, sia pur denunciando comunque qualche difficoltà, il 13,3% ha grosse difficoltà ed il 7,9% non riesce del tutto; una spesa imprevista di 700 euro costituisce un grave problema per il 16,5% degli intervistati ed il 37,2% rinuncia ad una visita medica per ragioni economiche.
L’indice di vulnerabilità, intendendo con questa definizione la debolezza e l’esposizione rispetto a shock esterni – come la perdita parziale o totale del lavoro, la necessità improvvisa di assistere persone anziane, malattie o incidenti o comunque le circostanze impreviste e negative che possono verificarsi in ambito familiare – è dunque ancora alto, sebbene in diminuzione del 13% rispetto al precedente sondaggio.
Il 24% dei capifamiglia è rimasto senza occupazione o ha subito una riduzione delle ore lavorative, il 13,4% delle realtà familiari è stata interessata da malattie, decessi o invalidità nel corso dell’ultimo anno ed il 7,5% ha vissuto una separazione tra coniugi.
Purtroppo i numeri confermano la persistenza di una disparità geografica: a parità di condizioni socio-demografiche e finanziarie, l’indice di vulnerabilità è superiore per le famiglie che risiedono nel Sud Italia.
Fondamentalmente, dunque, è accaduto che gli Italiani, inizialmente aggrediti dalla crisi economica, hanno adottato un atteggiamento resiliente e strategie di difesa, ove possibile incrementando le entrate cercando di creare introiti aggiuntivi con lavori saltuari ma soprattutto risparmiando sulle spese non indispensabili così come sui consumi di casa e sulla spesa quotidiana e rimandando acquisti più o meno importanti.
 
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